….e ci saluta
Carissimi amici di San Giacomo,
è arrivato il momento di salutarci. Dopo nove anni di
cammino vissuto insieme nella nostra bella comunità, non
è facile trovare le parole per esprimere i sentimenti che in
questi giorni attraversano il mio cuore, provo una grande
tristezza al pensiero di non vedere più i vostri volti
famigliari nell’Eucarestia Domenicale, certo ci saranno
altri volti, che imparerò a conoscere e amare, ma non voi
amici di San Giacomo. Accanto a questo sentimento però
un altro si fa strada in me ed è una profonda gratitudine.
Prima di tutto al Signore, che in questi anni ci ha condotti
per mano, sulla via della sua Parola, lungo un cammino
umile e fedele all’ascolto di lui che ci parla nel Vangelo.
La Lectio Divina, vissuta con molti di voi in questi anni, e
i gruppi di ascolto nelle case, hanno fatto crescere la
nostra comunità nella capacità di lasciarsi interpellare dal
Vangelo, un ascolto che si è tradotto in servizio alla
comunità, nella Liturgia della Parola, nella catechesi e nel
servizio alle famiglie in difficoltà attraverso la spesa
solidale. Piccoli passi di una piccola comunità, ma nella
giusta direzione. Se continuerete a camminare su questa
via porteranno ancora molto frutto. Il terzo sentimento è
un profondo affetto per ognuno di voi, siete stati la mia
famiglia, supportando i miei difetti, correggendomi
fraternamente, sopratutto all’inizio, mi avete aiutato a
crescere nella mia umanità e a maturare nel sacerdozio, vi
ringrazio davvero di tutto. E in fine non posso congedarmi
da voi senza chiedere perdono, quando si vive insieme si è
gli uni per gli altri causa di gioia ma anche di sofferenza,
per i nostri limiti e i difetti, vi prego di perdonarmi.
Ho avuto il grande privilegio di pregare per nove anni
nella Chiesa più bella del Mondo, circondato da tanta
bellezza e armonia che ha riempito il mio cuore e i miei
occhi. Spero di averla custodita degnamente e servita
dignitosamente. Rimarrà in me a lungo l’immagine di San
Giacomo, come indelebile sarà il ricordo di voi nel mio
cuore e nelle mie preghiere. Vorrei lasciavi facendo mie le
parole di Don Luigi Caburlotto, che congedandosi
scriveva: “Amici di S. Giacomo qui lascio il mio cuore.”
Don Paolo
Nove anni di presenza fra noi di don Paolo, sono passati in fretta e nonostante il dispiacere per il " distacco ", molto umano e comprensibile, dobbiamo ringraziare Dio per questo dono e essere sereni e " forti ". Come ho già avuto modo di dire anche in occasione degli ultimi Consigli Pastorali, sforziamoci di " vedere il bicchiere mezzo pieno ". E cioè l'amore, la passione con cui, in special modo, per la sua responsabilità di direttore dell'ufficio per la Pastorale missionaria, don Paolo ha cercato di farci capire che siamo tutti, perché Battezzati, abilitati alla missione e quindi diventiamo protagonisti e corresponsabili dell' azione di apostolato della Chiesa universale e,citando Papa Francesco ( GMG del 2013 ) :" Dove ci invia Gesù? Non ci sono confini, non ci sono limiti: ci invia a tutti! Il Vangelo è per tutti e non per alcuni. E ci invita a andare senza paura con l'annuncio missionario ovunque ci troviamo e con chiunque siamo: nel quartiere, nello studio, nello sport, quando usciamo con gli amici, al lavoro o facendo volontariato " .Aggiungo io, in campo o nelle calli. Sarebbe cioè bello che invece di piangere per la sua partenza verso il nuovo incarico che lo attende, raccogliessimo questo importante " testimone ", facendogli capire che il nostro volergli bene è sforzarci sempre più di metterci in relazione con Gesù. Renato S.
Non è la prima volta che la comunità mi affida il compito di interpretare ed esprimere i propri sentimenti in occasione di eventi di particolare importanza che la riguardano. Ma mai come in questa occasione il compito affidatomi è apparso così gravoso e sofferto. Devo infatti esprimere i sentimenti che sgorgano da una partenza e dal venir meno di una esperienza straordinaria e ahimè irripetibile. Noi oggi salutiamo don Paolo che ci lascia per assumere la guida di un’altra comunità, e con lui termina un periodo di nove anni durante i quali abbiamo ricevuto numerose occasioni di stimolo per progredire nel nostro cammino di fede sia a livello individuale sia come comunità.
Dal punto di vista liturgico, in aggiunta alla prassi già a lungo consolidata della preparazione della preghiera universale da parte dei fedeli che don Paolo ha accettato con crescente convinzione, abbiamo progressivamente arricchito di gesti e di comportamenti altamente significativi le nostre liturgie eucaristiche domenicali.
La recita dell’ora media, cioè della preghiera ufficiale della Chiesa, prima della messa comunitaria, ci ha dato il senso di appartenenza alla più vasta comunità della Chiesa universale.
La sistematica benedizione dei lettori ha dato dignità e risalto a un ruolo, spesso sottovalutato, che è invece di particolare rilievo perché ciò che si va a leggere non è un testo qualsiasi ma la Parola di Dio.
L’ostensione ai fedeli dell’evangelario, prima della proclamazione del Vangelo, evidenziava il fatto che in quel libro è contenuta la Parola che si farà carne e della quale siamo invitati a nutrirci. Così come, più recentemente, l’adozione del rito del bacio del vangelo aperto anche da parte dei lettori, esprimeva la volontà di totale adesione a ciò che era stato appena proclamato.
Il coinvolgimento sistematico di un fedele laico nella distribuzione dell’eucaristia e la possibilità offerta ad esso di assumerla nelle due specie, era un modo efficace per dare concreta operatività a quel sacerdozio ordinario di cui ogni fedele è titolare in virtù del proprio battesimo. E in quest’ottica, era allo studio la migliore modalità per consentire a un maggior numero di fedeli di ricevere l’eucaristia sotto le due specie.
Se si aggiunge che chiunque accede all’altare esegue l’inchino profondo sia all’andata sia al ritorno, a riconoscimento che esso rappresenta Cristo Signore, che nessuno si sognerebbe di leggere le letture da un anonimo foglietto anziché dall’apposito lezionario, che sull’esempio di don Paolo si va sempre più diffondendo l’inchino semplice al momento del ricordo dell’incarnazione durante la recita del Credo e che ormai vi è una sostanziale uniformità di comportamenti nelle varie fasi della liturgia eucaristica, possiamo ben dire che la nostra comunità ha raggiunto un livello di cultura e di prassi liturgiche apprezzabili
Naturalmente noi ci auguriamo che questo livello sia mantenuto e possibilmente aumentato, anche se sappiamo e temiamo che non sarà facile perché molto dipenderà dalla sensibilità e disponibilità del celebrante di turno che, per forza di cose, non potrà essere sempre lo stesso.
Ma dove la nostra esperienza con don Paolo si è dimostrata del tutto eccezionale, indimenticabile e molto probabilmente irripetibile, è nell’ambito della catechesi, esercitata attraverso le omelie e la lectio divina, frutto di un intenso amore per la Parola.
In questi nove anni noi abbiamo potuto ascoltare e gustare una interpretazione delle Scritture mai banale e sempre sorprendente per inusuali angoli di lettura. Sia nel breve ma intenso pensiero delle liturgie eucaristiche feriali, sia nelle omelie delle tre messe festive, sempre diverse tra loro a testimonianza della inesauribile ricchezza della Parola di Dio, emergeva spesso una interpretazione nuova e diversificata rispetto a quella tradizionalmente conosciuta, che apriva ad ambiti applicativi per la nostra vita di fede del tutto inediti e altamente stimolanti.
Questo approccio serio, impegnativo e documentato alla conoscenza e all’approfondimento delle Scritture e in particolare dell’Evangelo, trovava il suo culmine nella lectio divina sul vangelo della domenica successiva, tenuta ininterrottamente al lunedì durante tutto l’arco dell’anno e che ha registrato un crescente successo attirando numerosi ascoltatori anche al di fuori della nostra comunità. Partendo da una rigorosa analisi lessicale del testo, che spesso portava alla denuncia del travisamento del pensiero originario perpetrato da una infelice traduzione italiana, si aprivano orizzonti interpretativi sorprendentemente nuovi e insospettabili che lasciavano talvolta sbalorditi per la loro profonda diversità con l’interpretazione usuale. E quasi sempre questi nuovi orizzonti consentivano una visione di fede libera da incrostazioni prevalentemente prescrittive e fondata su una sostanziale adesione all’essenza del messaggio evangelico. Un messaggio che appariva autenticamente umano perché radicato nella profonda umanità di Gesù vero Dio ma anche vero uomo. Abbiamo quindi imparato che tutto ciò che è contro l’uomo non può considerarsi cristiano, mentre tutto ciò che è autenticamente cristiano è anche autenticamente umano.
Questa prevalente chiave interpretativa dell’Evangelo diventava criterio di valutazione delle circostanze contingenti e norma di comportamento individuale e collettivo.
Il fascino e la potenza liberante di questa sintetica visione di fede non si limitava però al puro godimento intellettuale e spirituale, ma diventava stimolo per un radicale cambiamento di vita come sottolineava con insistenza don Paolo.
Per nostra fortuna disponiamo della registrazione integrale di quasi tutte le lectiones che si sono succedute nei tre anni liturgici per cui, collegandoci al sito della comunità (www.sangiacomodallorio.it), abbiamo la possibilità di riascoltarle e di rivivere questa singolare e preziosissima esperienza.
A queste forti e intense sollecitazioni che ci sono state continuamente offerte durante questi nove anni di presenza di don Paolo tra noi, dobbiamo aggiungere le sue doti umane di grande apertura mentale, di ampia disponibilità all’ascolto, di cordiale e gioiosa amicizia, mentre dal punto di vista presbiterale lo ricorderemo come un sacerdote profondamente innamorato di Gesù Cristo.
Ora tutto ciò diventa ricordo; ma perché non sia semplicemente un triste ricordo, che sfocia in una struggente e apatica nostalgia, esso deve trasformarsi in un impegno a sfruttare questo enorme patrimonio spirituale assai più e meglio di quanto si sia stati capaci di fare mentre ci veniva donato e del quale, magari, non ce ne siamo resi conto fino in fondo.
Caro don Paolo, ti chiediamo perdono se talvolta ti abbiamo deluso, se non siamo stati all’altezza delle tue aspettative, se non abbiamo utilizzato appieno le occasioni di crescita che ci venivano offerte.
Accanto a questo rammarico e a quello della tua partenza c’è però anche un enorme e perenne sentimento di gratitudine che, d’ora in avanti, si tradurrà in costante ricordo nella preghiera.
Grazie, don Paolo: grazie per tutto quello che ci hai donato e per averci continuamente stimolati a crescere anche quando eravamo recalcitranti; grazie per aver rinnovato le nostre liturgie e per averci fatto amare la Parola; grazie per aver tentato di farci diventare dei cristiani più consapevoli e adulti; grazie per questi nove anni vissuti assieme nel nome del Signore Gesù. Ti auguriamo dal profondo del cuore di ricevere dalla nuova comunità che andrai a guidare soddisfazioni maggiori di quelle che noi siamo stati capaci di darti e che meriti abbondantemente. Grazie ancora e che il Signore ti accompagni nella nuova missione che stai per intraprendere. Lucio M.
Mercoledì scorso si è tenuto il consiglio pastorale allargato “agli uomini e donne di buona volontà”, per conoscere le disponibilità e confrontarle con le esigenze, dettate dalla nuova situazione in cui si troverà la comunità. Il dibattito è stato estremamente critico nei confronti delle scelte della diocesi e solo successivamente si è concentrato sulla stesura del calendario relativo agli impegni della parrocchia.
Per l’organizzazione del catechismo l’incontro è rinviato a mercoledì 25 settembre.
Don Paolo ha presentato gli incarichi necessari a mantenere attiva la comunità ed appena ciascun ruolo sarà assegnato, verrà resa disponibile una lista con i nomi dei referenti.
Il prossimo anno pastorale sarà impegnativo per la comunità: don Renzo sarà aiutato nella gestione da alcuni membri della comunità e i bambini della parrocchia saranno coinvolti in momenti formativi estremamente importanti, prime comunioni e confessioni.
Raggiunto il tempo massimo, l’incontro si è concluso lasciando molti argomenti ancora in sospeso.
Consiglio Pastorale
Parrocchiale
Il consiglio Pastorale viene convocato Mercoledì 18 Settembre, alle ore 18,45, in forma allargata, per affrontare insieme il passaggio alla nuova situazione in cui si verrà a trovare la nostra Parrocchia dopo la partenza del Parroco Don Paolo.
L’ultima Domenica di Ottobre Don Paolo darà il saluto alla Comunità e Don Renzo diventerà il nuovo Parroco di San Giacomo, rimanendo Parroco di San Simeon Grande.
Sarà necessario presentargli la situazione pastorale ed economica del la nostra Comunità in modo da facilitare il suo
compito non semplice.
Sarà inoltre importante offrirgli la disponibilità di tutti, a condurre i vari settori della pastorale e la gestione degli ambienti della Parrocchia e del Patronato.
Don Paolo
scrivete i vostri commenti o suggerimenti a info@sangiacomodallorio.it
GESTIRE IL CAMBIAMENTO
Ricevuta la notizia del mio trasferimento alla Parrocchia della Visitazione al Lido di Venezia, che verrà nella prima settimana di Novembre, molti si stanno interrogando sul futuro della nostra Comunità Parrocchiale di San Giacomo. Il nuovo Parroco don Renzo non potrà infatti abitare nella Canonica di San Giacomo ma dovrà comunque garantire i servizi principali, come la celebrazione della Santa messa quotidiana e Domenicale, avendo l’aiuto del nuovo giovane sacerdote, che verrà ad abitare a San Cassiano a metà settembre. Non cambierà nulla per quanto riguarda i servizi fondamentali alla comunità di San Giacomo, si tratterà di accordarsi con don Renzo. Certamente la Comunità viene responsabilizzata nella gestione della Chiesa e del Patronato, che dovrà condurre nei limiti del possibile come del resto ha fatto in parte fino ad ora. A Settembre ci troveremo con don Renzo e il Consiglio Pastorale allargato, per vedere di accordarci su come gestire il passaggio delle consegne e i servizi da assicurare alla comunità. Sarà un tempo un po’ faticoso per tutti, se lo sapremo vivere con fiducia e generosità potrà diventare un tempo fecondo, verso un nuovo modo di vivere la Parrocchia nel territorio. La Collaborazione Pastorale poi si farà carico di affrontare e risolvere i problemi che insorgeranno lungo il cammino. Da parte mia, farò tutto quanto mi sarà possibile per sostenervi e aiutarvi, in questa nuova situazione pastorale. Auguro a tutti voi di vivere con Spirito Evangelico questo passaggio, verso una comunità missionaria, guidata e sorretta da un laicato sempre più adulto nella fede.
Don Paolo
Don Paolo ci lascia
L'annuncio è stato dato giovedì 1 agosto al consiglio pastorale appositamente convocato, da don Daniele Memo, vicario episcopale.
Don Paolo lascerà la nostra comunità alla fine di ottobre poiché diventerà parroco di Santa Maria Elisabetta - San Nicolò del Lido. Mons. Moraglia è stato costretto a prendere questa decisione poichè l'attuale parroco, don Giancarlo Iannotta, essendo anziano non riesce più a gestire le comunità.
Ma San Giacomo resterà parrocchia con don Renzo Mazzuia, già parroco di San Simeon; inoltre i sacerdoti della collaborazione pastorale don Antonio, don Diego e don Renzo, saranno affiancati da don Gianpiero Giromella, (Originario di Carpenedo – la sua parrocchia di riferimento è quella dei Santi Gervasio e Protasio – con i suoi 27 anni don Gianpiero Giromella è il più giovane dei quattro ordinati sacerdoti dal Patriarca), che seguirà in particolare i ragazzi e i giovani.
Pur consci della situazione d'emergenza, la comunità non ha gradito questa decisione che ancora una volta è stata "calata" dall'alto, considerato che esistono organismi come il consiglio pastorale o il cenacolo che non sono stati minimamente consultati. Questa pagina sarà costantemente aggiornata e riporterà tutte le occasioni per salutare il nostro amato parroco.